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La soglia della Luna calante: guida completa al rilascio consapevole
Dopo la pienezza, l’energia non scompare: rientra. La Luna calante è la grammatica del “saper finire”: selezionare, purificare, restituire.
Non è fine: è distillazione
Quando il disco lunare inizia a perdere luce, non stiamo “perdendo” qualcosa: stiamo scremando l’eccesso. La fase calante è l’altra metà del respiro, quella che porta fuori ciò che non serve e conservare l’essenziale. È la maestra del vuoto fertile: il riposo che rende possibile il prossimo inizio.
Domanda cardine: “Che cosa posso lasciare andare per far spazio a ciò che merita crescere?”
Che cos’è la Luna calante (e perché conta)
La Luna calante va dai 1–2 giorni dopo la Piena fino alla sottilissima falce che precede il Novilunio. In termini energetici è contrazione intelligente: si recupera energia smettendo di alimentare ciò che non nutre più. Per la strega moderna questo significa: alleggerire (fisicamente, mentalmente, emotivamente); chiudere con consapevolezza; distillare: separare l’oro dal superfluo.
Simbolismo operativo: il linguaggio della fase
Direzione: Ovest - il luogo del tramonto e del ritorno.
Elemento dominante: Acqua che defluisce; in sinergia con Terra che compost(a).
Gesto: antiorario (scioglimento, disinnesco); soffio verso l’esterno; spazzare dall’interno alla porta.
Palette rituale: nero vellutato, blu notte, argento smorzato, grigio perla.
Oggetti-simbolo: falce (potatura), ciotola d’acqua, sale grosso, carbone, scopa, candela singola che si spegne da sola.
Chiave interpretativa: Non “taglio” per ferire: potatura per favorire la vita.
Storia, folklore e alchimia del rilascio
Nella cultura contadina italiana si diceva: “in calante si disfa”. Era il tempo per estirpare infestanti, travasare, disinfestare, sanificare dispense, tagliare capelli/unghie quando si voleva rallentare la crescita. Nei grimori tardo-medievali la calante è associata ai lavori di dissolutio: sciogliere, separare, ridurre. In alchimia si parla di nigredo dolce: un’oscurità che non divora, ma smorza per rivelare.
Deità e archetipi di soglia
Ecate, Signora dei Crocicchi: regge il passaggio e insegna la restituzione elegante.
Persefone: la discesa consapevole negli strati profondi, rielaborazione e verità interiore.
Cerridwen: il calderone che trasforma scarti in sapere.
Triplice Luna: Artemide (crescente), Selene (piena), Ecate (calante), tre alfabeti dello stesso respiro.
Materie e corrispondenze utili
Erbe/resine: Alloro (brucia-parole, sigilla i rilasci), Rosmarino (purifica, chiarisce), Ruta (segna confini, allontana), Salvia (chiarifica, ristora), Artemisia (soglia/onirico, con parsimonia), Betulla (drena, rinnova).
Pietre: Ossidiana (taglio pulito), Tormalina nera (protezione drenante), Ematite (radicamento), Labradorite (transito intuitivo).
Metalli: Piombo (peso che scende), Ferro (confine). Tempi: dal 2º giorno post-Piena fino alla falce finale; ore del tramonto/sera.
Tarocchi affini: XIII Morte (passaggio), XV Diavolo (scioglimento legacci), XVII Stella (lavacro/speranza), XVIII Luna (attraversamento).
>Nota erboristica: le piante citate vanno usate con conoscenza, evitando allergie/interazioni. In gravidanza/allattamento o in presenza di patologie, astenersi o chiedere parere medico.
Psicologia della calante: l’arte di “saper finire” Lasciare andare non è punirsi né cancellare memoria: è redistribuire energia. La calante educa a tre passaggi:
1. Riconoscere con onestà cosa pesa;
2. Ringraziare per la funzione avuta;
3. Restituire alla terra/ombra con rispetto.
Questa pedagogia del buio rende il gesto elegante: si scioglie, non si strappa.
Applicazioni pratiche nella vita quotidiana
Casa: metodo “falce”: togli → seleziona → pulisci → restituisci (donare/riciclare).
Corpo: bagni al sale; alimentazione più semplice la sera; igiene del sonno; respiro consapevole al tramonto.
Relazioni: confini chiari; chiusure gentili con parole di ringraziamento; restituzione di oggetti-simbolo.
Lavoro/Progetti: archiviazione, disiscrizioni, potatura di riunioni e task che non servono più.
Rituali essenziali (semplici, sicuri, efficaci)
Scrivi • Brucia • Versa (15 minuti)
Occorrente: foglio, penna, foglia di alloro, recipiente ignifugo, ciotola d’acqua, fiammiferi. Passi:
1. Scrivi una sola frase chiara di rilascio (“Rilascio l’urgenza di compiacere”).
2. Appoggia l’alloro, brucia in sicurezza. 3. Versa le ceneri nella ciotola; tre soffi antiorari verso Ovest. Formula: “Riconosco, ringrazio, restituisco.”
Bagno del tramonto (purificazione drenante)
Occorrente: sale grosso, rametti di rosmarino (o sacchetto), candela.
Passi: sciogli il sale e aggiungi rosmarino. Entra con respiro lento. Visualizza l’acqua che porta via l’eccesso. Asciugati qualche minuto all’aria davanti a una finestra verso Ovest.
Scopa e soglia (spazio che respira)
Occorrente: scopa, pizzico di sale.
Passi: spazza dall’interno alla porta; metti un po’ di sale oltre la soglia; al mattino rimuovilo e gettalo con un “grazie, vai”.
Tarocchi, segnature e divinazione
Stesa “Distillazione” (3 carte): 1. Cosa rilascio 2) Cosa trattengo 3) Come onoro il vuoto.
Segnatura semplice: piccola spirale antioraria tracciata su petto o soglia: “disinnesco dolce”.
Carte-guida per la calante: XIII, XV, XVII, XVIII come compagne di pratica.
Etica e confini del lavoro di rilascio
La calante non autorizza tagli su altri senza consenso. Si lavora su ciò che alimenti tu: pensieri, abitudini, legami energetici che tu nutri. L’ombra non è pattumiera ma terra nera: restituisci con parole sobrie, senza maledizioni.
Programma di 7 giorni (micro-pratiche guidate)
Giorno 1–2: nomina 3 pesi (uno materiale, uno mentale, uno relazionale). Scrivili.
Giorno 3: svuota un cassetto/angolo digitale; restituisci ciò che non serve (donare/riciclare/eliminare).
Giorno 4: Bagno del tramonto + journaling: “Che cosa non è più necessario?”.
Giorno 5: Scrivi-Brucia-Versa (una frase sola).
Giorno 6: mezza giornata di silenzio digitale; respiri lunghi al tramonto.
Giorno 7: onora il vuoto: niente riempimenti; camminata lenta, tisana semplice, ascolto. -
Errori comuni (e come evitarli)
1. Fare troppo. La calante non chiede scenografia: meglio un gesto onesto che dieci rituali forzati.
2. Riempire subito il vuoto. Lascia sedimentare almeno un giorno: è parte del lavoro.
3. Confondere rilascio con rimozione. Non si nega; si riconosce e si restituisce.
4. Lavorare sugli altri. No: si lavora su ciò che ti appartiene.
5. Drammatizzare la “discesa”. È fisiologica: educa, non punisce.
Eleganza del vuoto La Luna calante è una maestra gentile: insegna a chiudere con grazia per custodire il necessario. Ogni volta che restituisci qualcosa alla notte, la notte te lo restituisce trasformato in spazio. Nel silenzio che segue, il prossimo seme ha già un posto dove attecchire.


