
LE MASCHE
Le streghe antiche del Piemonte, libere, temute, necessarie.
Le Masche non sono streghe “da leggenda”. Sono la parte più antica, più ruvida e più selvaggia della stregoneria piemontese.
Non illuminavano, non carezzavano, non predicavano: agivano.
Intervenivano nella vita quotidiana con una magia che aveva odore di bosco, di case basse, di terra battuta e di silenzi lunghi.
La Masca non era una figura eterea o simbolica. Era una donna reale, che viveva tra la gente ma rimaneva ai margini. Le si temeva e le si rispettava, perché sapevano cose che non si dovevano sapere.
Non erano “maghe buone”.
Non erano “streghe cattive”.
Erano necessarie.
Chi erano le Masche davvero
Nella tradizione piemontese, soprattutto nelle Langhe, nel Roero, nel Canavese e in Valle Maira, la parola “masca” indicava una donna capace di:
- leggere le intenzioni altrui prima che venissero dette
- guarire con erbe, decotti, parole sussurrate
- togliere il malocchio, sciogliere l’invidia, proteggere i raccolti
- fare “masche” (incantesimi) per difesa, giustizia o vendetta
- attraversare i confini invisibili della notte
- muoversi tra vivo e morto, tra umano e bestia
Molte erano ostetriche, guaritrici, erboriste, donne che vivevano sole. Altre erano semplicemente donne libere e quindi scomode.
La masca non si piegava a nessuno: per questo faceva paura.
Le loro capacità
Le Masche lavoravano con una percezione acuta e animale.
Avevano: Il “sentire”
Sapevano quando qualcuno mentiva, quando qualcosa non tornava, quando un’ombra attraversava la casa. Non era intuito: era fiuto.
Il potere degli sguardi
Lo sguardo di una masca poteva:
- fermare un malintenzionato
- spegnere un litigio
- intimorire chi voleva nuocere
- proteggere una casa
La parola rituale
Le frasi erano corte, dure, senza poesia.
Le Masche non invocavano: ordinavano.
La capacità di “fare e disfare”
Legare, sciogliere, deviare, bloccare.
Le loro magie erano:
- nodi
- filacci di stoffa
- cenere soffocata
- sale gettato nelle soglie
- acqua “mascata”, caricata con lo sguardo
Niente altari. Niente strumenti sacri. Solo ciò che c’era.
Le pratiche più temute
La leggenda popolare dice che potessero:
- trasformarsi in animali (gatti, civette, volpi)
- uscire dal corpo durante il sonno
- paralizzare un uomo con uno sguardo
- far perdere la strada a chi le aveva insultate
- proteggere i bambini dagli spiriti dei morti
- togliere maledizioni antiche
- prevedere guai imminenti
- entrare nelle case solo se la soglia era aperta
La trasformazione non era fisica: era spostamento, il potere di muovere la coscienza al di fuori del corpo.
La notte delle Masche
Si diceva che si riunissero nelle radure, nelle cascine isolate, nei punti dove il bosco si apre sulla pietra.
Niente sabba spettacolare: solo donne che si scambiavano saperi e avvertimenti.
La Masca non si vantava.
La Masca non mostrava.
La Masca sapeva.
Perché erano temute
Non perché facevano il male. Ma perché erano donne libere, autonome, fuori dalle regole sociali.
E ogni volta che una donna sceglie se stessa, qualcuno la chiama strega.
La Masca oggi
Oggi la Masca è un archetipo potente per chi:
- non chiede permesso
- vive fuori dagli schemi
- ascolta il proprio fiuto
- protegge la sua casa e i suoi confini
- lavora con il silenzio, con la terra, con l’intenzione nuda
- non ha bisogno di essere “buona” per essere giusta
La Masca è la strega che non giustifica ciò che fa. Lo fa e basta.


