
Le Janas
Le Tessitrici Nascoste nella Pietra
Le Janas non sono fatine da illustrazione. Sono donne piccole e antiche che abitano la roccia, il buio fresco delle cavità, i passaggi tra vivi e morti.
Vivono nelle domus de janas, “case delle fate”, scavate nella pietra della Sardegna.
Ma chi le conosce davvero sa che non sono solo “fate”: sono streghe del filo, del telaio e del destino.
La loro leggenda è intrecciata alla terra sarda come un tappeto: paziente, minuziosa, indistruttibile.
Origine: case scavate, presenze vigili
Le domus de janas sono tombe scavate nella roccia, ma il popolo le ha ribattezzate “case delle Janas”.
Perché?
Perché l’istinto umano sa che dove la pietra si apre in cavità, il confine tra mondi si assottiglia.
Le Janas vengono descritte come:
- piccole donne
- agili, veloci, diffidenti
- quasi sempre notturne
- per nulla innocue
Non sono spiriti eterei: sono intelligenze legate alla roccia e al lavoro delle mani.
Tessere come atto magico
Le Janas sono famose per una cosa: tessono.
Non solo stoffe.
Tessono trame, cicli, incontri.
Il telaio per loro non è un mestiere: è uno strumento di potere.
Quando tessono:
- definiscono tempi
- uniscono e separano fili come rapporti
- “insegnano” alle donne umane l’arte del creare con disciplina
La donna che guarda il loro lavoro rischia di imparare troppo: e chi impara troppo, in ogni epoca, finisce chiamata strega.
Il patto con gli umani
In alcune storie, le Janas aiutano: insegnano a filare, a tessere, a cucire con una precisione quasi sovrumana.
In altre, puniscono chi ruba, chi viola, chi entra senza rispetto nelle loro case di pietra.
Non sono buone.
Non sono cattive.
Rispondono.
- Se entri con desiderio di rubare, ti confondono, ti perdono negli anfratti.
- Se entri con rispetto, ti lasciano qualcosa: un’idea, un’abilità, un’intuizione che non avevi.
La loro legge è semplice: non toccare senza dare. Non prendere senza chiedere.
Filo, ago, telaio: la loro magia
Il loro linguaggio è fatto di:
fili tesi – ciò che regge e collega
nodi – ciò che vincola o protegge
trame – ciò che costruisci con scelta, non per caso
tagli – ciò che smette di avere diritto di esistere nella tua storia
E questo, per una strega, è chiarissimo: la magia delle Janas è magia di struttura.
Creano trama dove c’era caos.
L’ombra delle Janas
La loro ombra è la stessa di ogni forza che conosce il filo: se sai tessere, sai anche intrappolare.
In molte storie, le Janas:
- chiudono gli uomini nelle loro case di pietra
- li illudono con bellezza e ricchezza, per poi pretendere qualcosa in cambio
- si vendicano di chi le deride, le minimizza, le tratta come fantasie
Non sono mai passive.
Non subiscono: agiscono.
L’eredità oggi
L’archetipo della Jana appartiene a:
- chi lavora con le mani e con la mente in contemporanea
- chi costruisce lentamente, senza show ma senza sosta
- chi è piccola agli occhi del mondo, ma in realtà governa la trama
- chi vive appartata ma tiene in mano fili che gli altri non vedono
- chi non regala il proprio talento: lo offre quando sente che ha senso
Essere Jana non significa essere dolce.
Significa essere precisa, capace e inaccessibile quanto basta.
Le Janas non chiedono di essere credute.
Continuano a tessere, nelle case di pietra e nelle stanze silenziose di chi oggi, in sardegna e altrove, lavora al proprio destino un filo alla volta.


