
Le Bazure
Le Streghe di Liguria che Amano il Maltempo
Le Bazure non sono solo un modo ligure per dire “streghe”.
Sono una specifica razza di presenza: donne legate al vento di mare, alle burrasche improvvise, ai vicoli stretti dei paesi arroccati e alle notti in cui nessuno sano di mente partirebbe a piedi.
Il loro nome cambia da zona a zona: bàzura, bàsura, bàzue, bagiue.
Il significato resta sempre lo stesso: donne temute, notturne, difficili da incastrare.
Dove vivono davvero
Le Bazure abitano soprattutto il Ponente ligure e l’entroterra: vallate strette, tornanti infiniti, ulivi vecchi, muretti a secco, paesi dove ogni casa guarda il mare ma vive di montagna. Triora, in particolare, è passata alla storia come la “Salem d’Italia”, con processi e accuse di stregoneria che hanno lasciato ferite profonde.
La geografia delle Bazure è precisa:
- boschi ripidi
- grotte e cavità scavate nella roccia
- ruscelli, laghi nascosti, pozze scure
- sentieri che nessun turista percorre dopo il tramonto
Non vivono nei racconti: vivono nei non detti dei paesi.
Cosa sono, al netto del folclore
Nelle storie popolari sono streghe che:
- amano il maltempo, le notti di burrasca, i temporali che sradicano alberi
- si radunano in luoghi isolati per danzare, lanciare malefici, stringere patti
- sono particolarmente interessate ai neonati e ai bambini piccoli, spesso protagonisti dei loro malocchi e rapimenti simbolici.
Dietro la versione spaventosa per bambini, si intravede però qualcos’altro: il terrore sociale per le donne che sanno, che decidono, che non hanno paura dei luoghi pericolosi.
Acqua, vento e burrasca
Le Bazure sono streghe meteorologiche.
Il loro elemento è il cambio di tempo: quando il cielo si rompe, quando il mare si increspa, quando il vento fischia tra i vicoli stretti.
Si dice che:
- camminino volentieri nelle notti di vento forte
- usino i colpi di bora, tramontana e libeccio come copertura
- si radunino presso corsi d’acqua e laghi nascosti, come il Lago Degno vicino a TrioraFlaMel+1
Per una strega, è chiarissimo il codice: sono entità che agiscono quando l’energia dell’ambiente è già in tensione.
Bambini, latte, malocchio
Una delle parti più oscure del loro mito è il rapporto con i neonati.
Molte storie raccontano di Bazure che:
- rubano il respiro o la forza dei bambini
- causano malattie improvvise
- “succhiano” latte, vigore, vitalità da madri e culle.
Nel linguaggio della comunità contadina, questo era il modo per spiegare:
- morti improvvise in culla
- malattie incomprese
- esaurimento delle madri, depressione, stanchezza estrema
Al posto di dire “non sappiamo perché succede”, si diceva: “sono state le Bazure”.
Gli incontri e i raduni
Le Bazure, come altre figure stregonesche italiane, vengono descritte mentre:
- si riuniscono in luoghi isolati
- volano o si spostano con scope, bastoni, oggetti insospettabili
- danzano in cerchio, recitano formule, spostano sfortune da un punto all’altro.
Non è solo “sabba” da manuale inquisitorio: è l’eco di antichi incontri femminili fuori controllo maschile, trasformati in orrore collettivo.
Perché fanno così paura
La Bazura non è un mostro generico.
È l’immagine della donna che:
- esce di casa quando le altre rientrano
- attraversa il bosco da sola di notte
- non ha paura del maltempo
- conosce erbe, acque, pietre, sentieri
- non risponde a nessuna autorità se non alla propria
Questo è sempre stato considerato pericoloso.
L’archetipo della Bazura oggi
Oggi l’energia delle Bazure appartiene a chi:
- non si lascia intimidire dai “luoghi rischiosi” (fisici o interiori)
- riesce a muoversi bene nei momenti di crisi, più che in quelli tranquilli
- ha una percezione molto forte del pericolo, ma non si blocca
- protegge con ferocia ciò che considera “cuccioli”: progetti, persone, spazi
- sceglie di non essere rassicurante per forza
Non sono un archetipo carino.
Sono un archetipo brutale, meteo-sensibile, istintivo.
Le Bazure ricordano una cosa semplice: ci sono poteri che nascono dove nessuno vorrebbe fermarsi a lungo: nel vento forte, nelle notti storte, nel punto preciso in cui il paese finisce e comincia l’ombra.


