picsart_25-04-12_07-32-27-860
1_20251125_120812_0000
incanteria_20251127_133243_0000

✦ Nota di Magia e Consapevolezza ✦

Incanteria offre percorsi e rituali di natura spirituale, simbolica e magica. Nessun contenuto sostituisce cure mediche o professionali.
Ogni pratica è un atto di fede e di volontà: la Magia non promette, accompagna. Operiamo nel rispetto dell’etica, della libertà e del cammino di chi sceglie di credere.

- Home

- Chi sono

- Servizi

- Spell jar

- Grimorio

- Shop

- Contatti

- Studio

- Privacy policy

- Cookie policy

- Termini e condizioni

- Spedizioni e resi

 

- Email: incanteria.it@gmail.com

Come nasce l’intento: la radice, il confine, la frase di ferro

13-12-2025 09:35

INCANTERIA

Il sentiero della Strega,

Come nasce l’intento: la radice, il confine, la frase di ferro

Come nasce l’intento: la radice, il confine, la frase di ferroC’è un momento preciso in cui un desiderio smette di essere fantasia e diventa materia o

chatgpt-image-13-dic-2025-09_31_08.png

Come nasce l’intento: la radice, il confine, la frase di ferro

C’è un momento preciso in cui un desiderio smette di essere fantasia e diventa materia operativa. Non succede quando lo “pensi tanto”. Succede quando lo stringi nel modo giusto. L’intento, per una strega, non è poesia. È una direzione. È il punto in cui il bisogno si fa parola e la parola diventa gesto.

E quando è fatto bene, non ti chiede fede. Ti chiede onestà.

 

1) Il bisogno reale: la radice che non vuoi guardare

L’intento nasce quando smetti di dire la versione “educata” di ciò che vuoi. Quella che non ti mette a disagio, quella che non ti espone, quella che suona socialmente accettabile.

Il bisogno reale è quello che resta quando togli vergogna e posa. Non “voglio più soldi”, ma “voglio sicurezza”, “voglio stabilità”, “voglio sentirmi capace di reggere il mio lavoro”.

Questa non è psicologia da salotto: è meccanica. Se lavori sul ramo sbagliato, la pianta non cambia. Un rito fatto su un bisogno finto produce effetti confusi, intermittenti, o ti porta risultati che non ti nutrono davvero. La magia obbedisce alla radice, non alla decorazione.

 

2) La zona di controllo: il confine che salva la tua forza

Un intento efficace vive nel tuo campo. Non dentro il cranio di qualcun altro.
Quando l’intento scivola fuori dal tuo controllo (“voglio che lui torni”, “voglio che mi scelgano”), stai consegnando la tua potenza a qualcosa che non puoi governare. E lì nasce l’ansia: perché stai chiedendo un risultato che non dipende da te.

Se invece l’intento torna nel tuo spazio, diventa guidabile e pulito: “voglio chiudere un legame che mi consuma”, “voglio attrarre una relazione compatibile con me”, “voglio confini chiari”, “voglio lasciare andare senza strappare carne”.

La differenza è enorme: nel primo caso stai inseguendo. Nel secondo stai facendo spazio.

 

3) La forma verbale giusta: presente, azione, misura

L’intento non è un romanzo. È una frase che suona come un ordine al tuo sistema nervoso e al tuo mondo.

Una struttura semplice, quasi infallibile, è questa:

“Io stabilisco / apro / proteggo / sciolgo… [azione]… perché [bisogno reale], in modo [misura concreta].”

La misura è il coltello che dà forma. Senza misura, l’intento diventa una richiesta cieca: può arrivare, sì — ma spesso arriva a modo suo. Con la misura, tu stai già insegnando al lavoro come manifestarsi senza divorarti.

Esempi asciutti, funzionali:

“Io stabilisco un flusso di entrate costante perché la mia casa sia sicura, in modo stabile e sostenibile.”

“Io sciolgo ciò che mi distrae e mi disperde, perché il mio lavoro cresca con disciplina.”

“Io proteggo la mia energia e i miei confini, perché il mio nome resti pulito e il mio cammino saldo.”

 

Come si evita l’auto-sabotaggio

L’auto-sabotaggio non è sfortuna. È un doppio comando: una mano accende la candela e l’altra toglie l’ossigeno. E la cosa più importante da capire è questa: spesso non lo fai per cattiveria, lo fai per paura di cambiare davvero.

Il test del doppio desiderio

Prima di qualsiasi rito, fai una domanda che non lascia scampo:
“Se questa cosa accadesse davvero domani… cosa perderei?”

Perché lì vive il sabotaggio.

A volte perdi una scusa. A volte perdi l’alibi di restare invisibile. A volte perdi una identità costruita sul dolore. A volte perdi una persona, ma soprattutto perdi l’ossessione. E sì: il vuoto fa paura.

Se trovi una perdita, non devi fermarti. Devi includerla nell’intento.
Se vuoi crescere ma temi di esporti, l’intento non può essere “crescerò enormemente”: ti si rivolta contro. Diventa invece qualcosa di digeribile:
“Cresco in modo graduale e protetto, con confini chiari e sostenibili.”

Qui non stai abbassando la mira. Stai togliendo il cappio.

 

Il test del corpo: la frase che non passa in gola

Leggi l’intento ad alta voce.
Se la gola si stringe, se ridi in modo nervoso, se la pancia si chiude… non è “energia”. È una bugia o una scala troppo grande.

Hai due strade pratiche:

Riduci la scala: non “successo enorme”, ma “più clienti giusti questa settimana”, “un passo concreto”, “una decisione netta”.

Cambia verbo: a volte “attraggo” ti suona finto. Usa “preparo”, “apro”, “rendo possibile”. Sono verbi con presa reale.

 

L’intento-ricatto: il veleno che manda tutto in tribunale

“Voglio che succeda, sennò significa che non valgo.”
“Se non arriva, allora è tutto inutile.”

Questo non è intento. È ricatto. È un rito trasformato in un processo. E la magia, quando la metti sotto minaccia, diventa instabile: perché stai lavorando per calmarti, non per cambiare.

La correzione è una frase di ferro, detta prima del rito:
“Io faccio la mia parte. Il resto lo gestisco quando arriva.”

Non è spiritualità. È disciplina.

 

La regola d’oro della strega che non si frega da sola

Un intento buono deve essere vero, tuo, praticabile, digeribile.
Se manca anche uno di questi quattro, il sabotaggio trova un buco e ci entra.

Quando invece ci sono tutti, l’intento diventa un chiodo piantato nel legno: non fa scena, ma tiene.

E da lì, ogni gesto rituale smette di essere teatro. Diventa mestiere.

© 2025 Incanteria – Tutti i diritti riservati
P.IVA 02824680033
📧 incanteria.it@gmail.com
La pratica magica è simbolica e non sostituisce consulenze mediche, psicologiche o legali.
Incanteria è un progetto indipendente di Jennifer Ciancio, dedicato alla stregoneria naturale e alla crescita consapevole.