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✦ Nota di Magia e Consapevolezza ✦

Incanteria offre percorsi e rituali di natura spirituale, simbolica e magica. Nessun contenuto sostituisce cure mediche o professionali.
Ogni pratica è un atto di fede e di volontà: la Magia non promette, accompagna. Operiamo nel rispetto dell’etica, della libertà e del cammino di chi sceglie di credere.

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Le ombre della Luna

13-10-2025 10:31

INCANTERIA

Luna,

Le ombre della Luna

Le ombre della LunaLa notte insegna senza alzare la voce. Quando la Luna si assottiglia, la stanza respira più lenta e qualcosa in noi si siede accant

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Le ombre della Luna

La notte insegna senza alzare la voce. 

Quando la Luna si assottiglia, la stanza respira più lenta e qualcosa in noi si siede accanto al silenzio. 

Sotto il chiarore lattiginoso, le paure non urlano: tessono. 

Fanno e disfano come maree. 

È qui che l’ombra comincia a parlare, non per spaventarci, ma per restituirci ciò che abbiamo lasciato alle spalle. 

L’ascolto è un’arte semplice: un bicchiere d’acqua, un respiro profondo, una domanda chiara. E la Luna antica, maestra di soglie, risponde con immagini, memorie, intuizioni che luccicano come fili sottili.
 

La falce che taglia il velo
Ogni fase della Luna custodisce un archetipo: la falce crescente sussurra nascita, la piena
canta rivelazione, la calante invita a lasciare, il novilunio apre il varco. 

Nel lato in ombra
vivono figure antiche: la Tessitrice che unisce e disfa, la Custode del Pozzo che veglia
sull’acqua della memoria, la Viandante che non teme i bivii. 

Quando l’ombra si avvicina, non pretende risposte: chiede verità. 

Basterà poggiare la mano sul petto e domandare a voce bassa: “Cosa sto trattenendo oltre il necessario?” La risposta non arriva come tuono. È più simile al suono del filo che scivola tra le dita.
 

Acqua nera della memoria
L’inconscio è acqua notturna: tutto ciò che cade in fondo continua a brillare, anche se non lo vediamo. I

 miti ce lo ricordano da sempre: Selene che guarda gli amanti addormentati, Ecate
che cammina alle croci di strade portando chiavi. 

Lavorare con l’ombra non significa rovistare nel buio, ma imparare a stare sulla riva. 

Una ciotola d’acqua, una briciola di sale, il fiato che sfiora la superficie. Il riflesso si increspa, lo sguardo si fa onesto. 

È in quell’istante che una paura prende nome, che un desiderio smette di vergognarsi della propria luce.
 

Il filo e il nodo
L’ombra si manifesta spesso come nodo: una frase che non riusciamo a dire, un confine che non reggiamo, un “sì” detto al posto di un “no”. 

Il lavoro è di pazienza e presenza. 

Di sera, spegni le luci superflue, accendi un lume, prendi un filo o spago, lana, poco importa.

Mentre lo avvolgi al polso, sussurra la scena che ti stringe il respiro. 

Senza giudizio, solo precisione.
Quando senti che l’immagine è completa, sciogli il filo lentamente. 

Non è un trucco: è un gesto che insegna al corpo che sciogliere è possibile. 

Le mani ricordano più in fretta della mente.
 

Il ritmo delle maree
La Luna muove le acque e le emozioni seguono. 

C’è una pedagogia nel suo andare e venire: non tutto va fatto alla piena, non tutto va iniziato al novilunio. Nelle notti calanti, l’ombra preferisce il sussurro: appoggia i pensieri su carta, piegala in quattro e portala alla soglia della finestra. 

Soffia una volta, come a consegnarla al vento. 

Nelle notti crescenti, invece, l’ombra chiede fiducia: un seme di erba aromatica nella terra, una goccia d’acqua al mattino, una parola nuova che impara a stare in bocca senza tremare. 

L’arte è saper cambiare passo senza perdere il proprio.
 

La soglia dello specchio
Gli specchi sono porte discrete, vanno trattati con riguardo. 

La Luna ama i margini, soglie, scale, crocevia, perché lì la realtà si fa docile. 

Quando un’emozione è troppo tagliente, posiziona lo specchio di taglio, non frontale. Lascia che rifletta la stanza solo per metà. Parlagli di lato, come si fa con i segreti. 

Nel sorriso obliquo dello specchio, l’ombra si addolcisce: non perché mente, ma perché smette di difendersi. 

A volte basta questo per accorgersi che la paura era solo un confine non nominato.
 

Sale, fumo e parola
Il corpo ascolta attraverso i gesti. Un pizzico di sale sul palmo, il pollice che lo sfrega finché
diventa caldo: il sale ricorda il mare, porta via l’eccesso. 

Un filo di fumo di alloro, rosmarino, artemisia che sale diritto: il fumo insegna a salire senza bruciare. 

E poi la parola, breve e pulita, detta una volta sola. “Tengo ciò che nutre, lascio ciò che pesa.” 

Non servono formule antiche se la voce è integra. 

La Luna non chiede teatro: chiede coerenza.
 

Esempio: la paura del passo avanti
Capita di amare una cosa e temerne il prezzo: un progetto, un affetto, una scelta. 

La paura arriva come una corrente fredda alle caviglie. 

Quella sera, la Luna era in calante. 

Ho steso un panno scuro sul tavolo, messo un bicchiere d’acqua e una candela bassa. 

Ho scritto su un foglio la frase che non riuscivo a dire. 

Poi l’ho letta, piano, finché la voce non ha smesso di tremare. 

Ho spento la candela con le dita inumidite, come a ricordare al fuoco che siamo
alleate. 

Il giorno dopo, non ero coraggiosa: ero vera. 

E il passo avanti, piccolo, è venuto da sé.
 

 


Le ombre della Luna non sono nemiche: sono alfabeti dimenticati. 

Impariamo una lettera per volta, con gesti piccoli e fedeli. 

Quando la notte si fa più blu e l’oro delle fiamme accarezza le pareti, possiamo porre una domanda e restare. 

I Tarocchi, se lo desideriamo, possono sedersi accanto come bussola gentile: una carta pescata in silenzio, un’immagine che apre una stanza. 

Non per decidere al posto nostro, ma per darci una direzione.
E una carta sa sempre dove inizia il nodo.

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