
Ci sono notti in cui il velo che separa i mondi si fa impalpabile.
Notti che sussurrano verità dimenticate e ci spingono a cercare risposte dentro di noi.
Chi siamo davvero?
E cosa significa, nel profondo, essere streghe?
Essere strega è un modo di esistere, prima ancora che di credere.
È sentire il battito della terra risuonare nel proprio petto, riconoscere la magia nei gesti quotidiani, nei pensieri, nelle scelte.
È percorrere il sentiero della consapevolezza, accettando la sfida di conoscersi senza maschere, abbracciando luci e ombre.
Non è solo raccogliere erbe sotto la luna o scegliere il cristallo giusto per un incantesimo.
Essere strega è un atto d'amore verso sé stessi e verso il mondo.
È sapersi osservare con sincerità anche nei propri errori, perché ogni ferita, ogni inciampo, fa parte del viaggio.
È prendersi cura di sé, rispettare il proprio corpo, ascoltare la propria anima, sapere quando fermarsi e quando osare.
Essere strega significa anche avere il coraggio di mettere in discussione tutto, soprattutto se stessi.
Accettare di sbagliare e sapere che proprio lì, nell'imperfezione, fiorisce la crescita.
Perché ogni errore insegna, ogni caduta rende più forti, ogni dubbio apre nuove porte.
Gli Dei – o come preferiamo chiamare la scintilla divina – vivono dentro di noi.
In ogni scelta, in ogni respiro, in ogni sogno coltivato con amore.
Siamo parte del tutto e il tutto vive in noi.
Essere strega è riconoscersi parte di questa danza eterna.
È sapere che dentro di noi brillano foreste, oceani, venti e fuochi antichi.
Che siamo fatte della stessa materia dei sogni e della saggezza della Terra.
Quando sentiamo la benedizione della Madre e del Padre Antico sulla nostra fronte, quando i colori del mondo ci attraversano come un canto, allora sappiamo: lo siamo sempre state.
E finalmente possiamo dirlo, senza paura, con un sorriso antico come il tempo:
"Sono una strega."